LA VIOLENZA È DEBOLE,
SE TU SEI FORTE:

impara a riconoscere e combattere
la violenza sulle donne

"Violenza contro le donne significa ogni atto di violenza fondata sul genere che abbia come risultato, o che possa probabilmente avere come risultato, un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce di tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, che avvenga nella vita pubblica o privata."

ONU, Dichiariazione sull’eliminazione della violenza contro le donne (1993)

Ogni forma di violenza è inaccettabile, è una violazione dei diritti fondamentali dell’umanità, della dignità della persona, dell’uguaglianza fra tutti gli individui, come proclamato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Quella rivolta a chi non può difendersi è ancora più insopportabile e, purtroppo, è anche quella oggi più frequente: la violenza contro le donne, adulte e bambine.


consigli per gli insegnanti...

Il tema della violenza sulle donne purtroppo è spesso di attualità. Nell'affrontarlo in classe può essere molto utile tenere conto di queste indicazioni, sia nell'affrontare insieme la visione dei contenuti di questo progetto, sia nel commentare le notizie e le situazioni che frequentemente riguardano questo ambito:

  • ogni opinione merita di essere ascoltata, cercando di comprenderla, e solo dopo dibattuta o controbattuta;
  • ognuno è libero di esprimersi e di partecipare secondo la propria disponibilità e sensibilità;
  • non sono ammesse discriminazioni né atteggiamenti offensivi, che anzi appartengono alle radici del problema che si sta discutendo.
  • essere di esempio, comunicando serenità, fiducia, ascolto, attenzione, disponibilità, parità;
  • evitare che ci sia troppo protagonismo da parte di alcuni a scapito di altri;
  • mediare i momenti di contraddittorio;
  • incoraggiare la partecipazione, stimolando senza forzare;
  • prestare attenzione alle diversità culturali, “accompagnando” le espressioni di giovani straniere/i e di chi si trova comunque in posizione di minoranza nel gruppo;
  • evitare giudizi e generalizzazioni, cogliendoli però quando emergono come un’occasione per decostruire luoghi comuni e stereotipi.


FONTE: Regione Piemonte "Voci nel silenzio", Regione Piemonte


 

Le False Credenze


Spesso i fenomeni delicati e complessi, come la violenza sulle donne, generano convinzioni errate che condizionano i giudizi e i comportamenti di molte persone.
Troverai di seguito alcune false credenze molto diffuse.

E a fondo pagina puoi scaricare l’agenda settimanale perpetua "Tu vali" in cui ogni settimana è contrassegnata da una frase. Si tratta di citazioni famose significative sulle donne o sulla violenza e avvertimenti di Cinzia Mammoliti, esperta di criminologia e formazione, autrice di autorevoli saggi sulla violenza psicologica.

La violenza verso le donne è un fenomeno poco diffuso.

è un fenomeno esteso, anche se ancora sommerso.
Molte donne hanno alle spalle storie di maltrattamenti ripetuti nel corso della loro vita.

La violenza verso le donne riguarda solo le fasce sociali svantaggiate, emarginate.

è un fenomeno trasversale che tocca ogni strato sociale, economico e culturale.

Le donne sono più a rischio di violenza da parte di estranei.

la maggior parte delle violenze accade in casa e negli ambienti familiari, da parte di partner, ex partner o altri uomini conosciuti.

La violenza non incide sulla salute delle donne.

la violenza di genere è stata definita dall’OMS come un problema di salute pubblica che incide gravemente sul benessere fisico e psicologico delle donne e di tutti coloro che ne sono vittima.

La violenza verso le donne è causata da una momentanea perdita di controllo.

la maggior parte degli episodi di violenza sono premeditati.

Solo alcuni tipi di uomini maltrattano la propria compagna.

non risulta un profilo tipo di personalità del maltrattatore; né razza o età o condizioni socioeconomiche o culturali sono determinanti.

Gli uomini violenti sono stati vittime di violenza nell’infanzia.

il fatto di aver subito violenza da bambini non comporta automaticamente diventare violenti in età adulta.

I figli hanno bisogno del padre anche se violento.

gli studi a questo riguardo dimostrano che i bambini crescono in modo più sereno con un genitore solo piuttosto che in una famiglia in cui il padre picchia la madre.



FONTE: Regione Piemonte "Voci nel silenzio", Regione Piemonte


Scarica l'agenda "Tu Vali"    

Glossario


Si sente spesso parlare di violenza sulle donne o di violenza domestica: spesso, associato a questo fenomeno, ci sono delle dinamiche che è bene riconoscere. Qui sotto puoi scaricare un breve glossario dei termini più frequenti utilizzati per descrivere la violenza, le sue cause e le sue conseguenze.

I dati


La violenza sulle donne è un fenomeno complesso e in evoluzione. Nella scheda scaricabile qui sotto sono raccolti i dati aggiornati (giugno 2014-giugno 2015) del fenomeno, in Italia, dentro e fuori dalla famiglia. In particolare, oltre ai dati di sintesi, sono disponibili i dati relativi alla nazionalità delle donne colpite, a chi commette violenza, al coinvolgimento dei figli o dei portatori di handicap ed infine alle tendenze positive o negative del fenomeno.

La legge


Il quadro normativo sulla violenza contro le donne è piuttosto articolato. In questo documento sono raccolti tutti gli articoli di legge riguardanti i temi: violenza sessuale, tutela della riservatezza, molestie e molestie sessuali, codice delle pari opportunità, delitti contro la famiglia e negoziazione assistita.

Le mamme domandano


Le mamme che subiscono violenza sono spesso preoccupate per le conseguenze che potrebbero subire loro stesse o i propri figli se denunciano i maltrattamenti. Queste sono le domande che pongono più spesso agli assistenti sociali o a chi presta loro soccorso: leggerle in famiglia o commentarle in classe potrebbe servire per capire le dinamiche psicologiche di chi è coinvolto in questo fenomeno e aiutare chi è in difficoltà.

  • rivolgiti alle Forze dell’Ordine
  • o al Servizio Sociale più vicino chiedi aiuto al Centro Antiviolenza: gli indirizzi e tutte le informazioni sui Centri presenti in Italia si trovano sulla App S.H.A.W. (informazioni qui: www.appshaw.it)
  • chiama il Numero Verde Antiviolenza: 1522
Sì. Quando è sicuro che le violenze non ci sono più e che le relazioni familiari sono serene, il Tribunale archivia il procedimento e restituisce ai genitori/familiari la possibilità di organizzare in modo autonomo la loro vita insieme ai bambini. Qualche volta il Tribunale ha il dubbio che il nuovo equilibrio sia davvero molto fragile e chiede al Servizio Sociale di continuare ad aiutare la famiglia e a vigilare sulla situazione.
Il Tribunale sa che le persone possono cambiare e sa però che cam-biare è molto difficile. Tante famiglie si riuniscono sulla base di una promessa che non viene mantenuta e i bambini si trovano a vivere altre violenze. Il Tribunale è cauto perché vuole evitare che questo succeda, perciò chiede che il cambiamento sia concreto e stabile nel tempo.
Gli adulti devono mettere al primo posto l’interesse dei bambini garantendo loro di vivere in una fa- miglia serena dove i litigi non diventano violenza: questo è il primo passo. Che vuol dire anche andare agli incontri con gli operatori, seguire le indicazioni sugli incontri protetti, partecipare con impegno ai percorsi terapeutici col Servizio per le Tossicodipendenze, o con il Centro di Salute Mentale se ce n’è bisogno. Periodicamente il Tribunale per i Minorenni riceve aggiornamenti dai Servizi. Le loro relazioni, insieme alle udienze e alle informazioni che arrivano dai genitori/familiari (memorie, documenti …), diventano la base per prendere nuove decisioni.
No; se una mamma accudisce bene i suoi bambini e vuole proteggerli dalla violenza, il Tribunale per i Minorenni cerca di aiutarla.
Non c’è colpa nel dire la verità. Picchiare, minacciare, aggredire sono dei reati e chi commette un reato va incontro a delle conseguenze, tra cui la prigione, questa è la legge. Chi subisce violenza non è responsabile di questo.
Lo decide il Tribunale per i Minorenni, se ritiene che i bambini siano a rischio o che stiano vivendo una situazione di forte sofferenza che gli adulti non riescono a fermare. Solo in casi molto gravi i bambini vengono allontanati con urgenza dalle Forze dell’Or- dine o dal Servizio Sociale, e comunque insieme alla mamma ogni volta che è possibile e utile per i bambini, e vengono inseriti in un luogo protetto. Il provvedimento urgente ha lo scopo di proteggere i bambini e deve essere esaminato dai giudici.
Un bambino anche se molto piccolo si accorge di quello che succede tra gli adulti. Vede e sente molto più di quanto gli adulti non credano. Si accorge della tensione, della paura, della soggezione, dei segni sul corpo della mamma. Si preoccupa per la vita e la serenità dei suoi genitori/familiari. Se la mamma subisce violenza, il bambino soffre profondamente perché vorrebbe aiutarla e proteggerla.
Ogni persona ha la propria storia, è difficile generalizzare. Quello che è certo, è che i figli maschi hanno maggiore probabilità di diventare, a pro- pria volta, uomini violenti nelle loro relazioni d’amore, mentre le figlie corrono il rischio di innamorarsi di uomini violenti e di rivivere la stessa esperienza della mamma. Scegliere di proteggere i bambini dalla violenza familiare fa bene al loro presente e al loro futuro.
La vittima di maltrattamento non è causa della violenza che subisce. Discutere, litigare, avere opinioni diverse fa parte della quotidianità delle relazioni. Gli adulti dovrebbero superare il nervosismo, il disaccordo o il non amore parlando, discutendo, separandosi se necessario, ma senza ricorrere alla violenza. Una vita basata sul silenzio e sulla paura è una vita infelice: ci sono istituzioni pronte a dare aiuto per cambiarla.
Normalmente è un decreto provvisorio e dev’essere verificato nel tempo. Ci sarà più avanti un altro decreto, definitivo, che terrà conto dell’evoluzione della situazione familiare.
Dopo una decisione urgente, o ancora prima di intervenire con un decreto, il giudice convoca i genitori, spesso separatamente, per ascoltare da loro ciò che sta succedendo in famiglia. Dai 10-11 anni in su anche i bambini vengono ascoltati, è un loro diritto. Inoltre il papà o la mamma, se vogliono, possono nominare un avvocato difensore, prendere visione degli atti e presentare memorie e documenti. Chi è in grave difficoltà economica può chiedere di essere seguito da un avvocato a spese dello Stato (gratuito patrocinio).
Attenzione. Se il decreto tiene lontano il papà/compagno dai bambini - o perché lo ha fatto uscire di casa, o perché ha allontanato la mamma con i bambini - la famiglia non può tornare unita fino a che il Tribunale non acconsente. Se poi la mamma è in comunità con i bambini e non si trova bene, o vuole tornare con il marito/compagno che è stato violento con lei, lei può uscire dalla comunità in qualsiasi momento ma i figli devono rimanere lì fino a nuova decisione del Tribunale per i minorenni.
Gli incontri protetti sono importanti per mantenere il rapporto padre-figli in un contesto sicuro, grazie alla presenza di altri adulti. Il Tribunale si avvale degli incontri protetti anche per approfondire la relazione tra il papà e i bambini. Gli operatori presenti hanno il compito di osservare se i bambini stanno bene con il padre, se hanno paura di lui, se si sentono strumentalizzati dal papà per avere notizie della mamma. Chi assiste ha anche il compito di supportare il papà e di intervenire se succede qualcosa che mette in difficoltà i bambini.
Il Tribunale decide caso per caso. Se i bambini soffrono per gli incontri con il papà, il Tribunale può incaricare i Servizi Sociali di rallentare o fermare gli incontri. Viceversa, quando gli incontri si svolgono serenamente e sono positivi per i bambini, il Tribunale può autorizzare i Servizi ad aumentarli di frequenza, o durata, o a renderli progressivamente meno vigilati.
La violenza fa soffrire i bambini, qualunque sia l’educazione o la cultura dei loro genitori. Per questo la legge pone dei limiti e prevede degli aiuti che valgono per tutte le famiglie. Chiede a tutti i genitori di riflettere sui loro comportamenti e di cambiarli.
I servizi sanitari e sociali esistono per aiutare le persone che hanno queste difficoltà. In alcuni casi il Tribunale può chiedere ai servizi di aiutare il papà/compagno e gli prescrive di farsi aiutare dal Servizio per le tossico- dipendenze, se c’è una dipendenza, o dal Centro di Salute Mentale se ha problemi psicologici o psichiatrici. Entrambi sono servizi pubblici delle Aziende USL della regione. In Italia esistono anche dei Centri specifici per uomini maltrattanti. Il Tribunale può chiedere agli uomini che hanno avuto comportamenti violenti di recarsi presso quei centri per farsi aiutare.
I problemi economici incidono sicuramente sulla vita familiare ma non autorizzano ad avere un comportamento violento. Un uomo che si comporta in questo modo soffre, fa soffrire gli altri, e ha bisogno di essere aiutato. Per questo è importante riuscire a chiedere aiuto e che, nei casi più gravi, intervenga il Tribunale per i Minorenni.
In Tribunale quattro giudici esaminano la situazione e emettono un decreto. A seconda della gravità, il decreto decide quale percorso attivare. Alcuni esempi possono essere:
  • Chiedere al Servizio Sociale di capire che cosa sta succedendo at- traverso incontri con i genitori, con i bambini e con i loro insegnanti, il pediatra.. per poi inviare una relazione al Tribunale;
  • Affidare i bambini al Servizio Sociale, cioè incaricare gli operatori di: incontrare la famiglia in ufficio e a casa, vigilare sulla situazione, dare indicazioni sul rapporto con i bambini o su come risolvere alcuni problemi personali e familiari (es. smettere di bere, ecc.), partecipare alle decisioni familiari più importanti… e poi riferire ai giudici;
  • Imporre al papà di uscire di casa per un certo periodo di tempo e di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dai figli;
  • Allontanare i bambini insieme alla mamma, in un luogo accogliente e protetto che possa aiutarli. Se il giudice ha deciso che l’allontanamento è necessario per interrompere le violenze e la mamma non accetta, i bambini vengono comunque inseriti in protezione.
Si, è vero. Ma soffrono ancora di più vivendo tra le violenze degli adulti. Bisogna tenere conto che l’allontanamento è temporaneo: interrompe la situazione di crisi e favorisce il cambiamento.
Non è così. Il ritiro della denuncia influisce sulla punizione che lui può ricevere per quello che ha fatto. Il Tribunale per i Minorenni, però, non si ferma. Continuerà ad interessarsi della sua famiglia fino a che non avrà le prove che i figli vivono in un’atmosfera serena.
Soprattutto in una fase iniziale, affidare i bambini al Servizio Sociale è un modo per proteggerli. Questo serve anche a diminuire le occasioni di contrasto nella coppia introducendo figure esterne, cioè professionisti esperti come assistenti sociali, psicologi, educatori. Quando il papà viene allontanato dai bambini, per vederli inizialmente dovrà rivolgersi al servizio (incontri protetti). Non serve a niente che se la prenda con la mamma.

FONTE: Progetto "Dialogo con le mamme che subiscono violenza in famiglia", Regione Emilia Romagna

Scarica tutte le domande in formato pdf    
 

La App


La App “ S.H.A.W.” è stata ideata per la sicurezza delle donne, ma anche pensata e realizzata per rispondere alla richiesta di informazioni e strumenti efficaci per la prevenzione..
Ha come obiettivo quello di rendere gli smarthphone degli utenti in situazione di potenziale pericolo strumenti utili per aiutare le donne a focalizzare l’attenzione sui temi della consapevolezza e della conoscenza degli aspetti legislativi più importanti e innovativi.

Non esiste oggi una App che leghi una serie di servizi, con questo scopo e queste caratteristiche, con il primario obiettivo di fornire una sintesi delle principali informazioni legali.
La App rende inoltre immediatamente visibile una lista dei principali centri antiviolenza presenti sul territorio, fornendo un efficace aiuto alle donne che decidano di rivolgersi a professionisti e persone formate ad hoc.

Visita il sito dedicato al progetto: troverai informazioni su Soroptimist, l'associazione che mette a disposizione gratuita delle donne questo strumento, le caratteristiche della App e la possibilità di scaricarla.

Vai al sito S.H.A.W    
 

Chi Siamo


Il Soroptimist International è un’associazione femminile composta da donne con elevata qualificazione nell’ambito lavorativo che opera, attraverso progetti, per la promozione dei diritti umani, l’avanzamento della condizione femminile e l’accettazione delle diversità. Il termine Soroptimist deriva dalle parole latine soror e optima..

LE ORIGINI E GLI SVILUPPI

Nato negli USA, ad Oakland, nel 1921, il Soroptimist International è oggi diffuso in 125 Paesi e conta oltre 3000 Club, per un totale di circa 90.000 Socie.

LE SOCIE

Ciascuna Socia rappresenta nel proprio Club una differente categoria professionale per favorire un’ampia circolazione delle idee fra persone con percorsi lavorativi e background culturali diversi.

LA STRUTTURA

I Club locali sono raggruppati in Unioni nazionali. Le Unioni sono raggruppate in quattro Federazioni: Americhe, Europa, Gran Bretagna e Irlanda, Sud-Ovest Pacifico. La Federazione Europea comprende più di 1200 Club in 57 Paesi (raggruppati in 26 Unioni, 55 Single Club in Europa, 31 Single Club in Africa, 1 Single Club nei Caraibi). Le Federazioni fanno capo al Soroptimist International al cui vertice è la Presidente Internazionale. Il primo Club in Italia fu fondato a Milano nel 1928. L’Unione Italiana si è costituita nel 1950 e conta, nel 2011, 140 Club con circa 6000 Socie.

LO STATUS INTERNAZIONALE E NAZIONALE

Il Soroptimist è presente presso importanti Agenzie delle Nazioni Unite: ECOSOC

ETICA E FINALITA’

Il Soroptimist International è una Organizzazione vivace e dinamica per donne di oggi, impegnate in attività professionali e manageriali. Il nostro sostegno è per un mondo dove le donne possano realizzare il loro potenziale individuale e collettivo, le loro aspirazioni e avere pari opportunità di creare forti comunità pacifiche.

MISSION

Le Soroptimiste promuovono azioni e creano le opportunità per trasformare la vita delle donne attraverso la rete globale delle socie e la cooperazione internazionale.

VALORI ETICI

Il Soroptimist International sostiene: i Diritti Umani per tutti, la pace nel mondo e il buonvolere internazionale, il potenziale delle donne, la trasparenza e il sistema democratico delle decisioni, il volontariato, l’accettazione delle diversità e l’amicizia.

I CLUB PROMOTORI

I Club promotori che hanno contribuito alla realizzazione della APP S.H.A.W. sono i seguenti: Ancona, Ascoli, Caserta, Chieti, Fano, Macerata, Napoli, Nuoro, Pesaro, RomaTre, Salerno, Sassari, Terni.

I CLUB SOSTENITORI

I Club sostenitori sono i seguenti: Agrigento, Alto Novarese, Apuania, Asti, Bassano del Grappa, Bergamo, Biella, Bologna, Bolzano, Brescia, Busto Arsizio, Cagliari, Casale Monferrato, Castiglione Stiviere, Catania, Cividale, Como, Conegliano e Vittorio Veneto, Cortina, Cosenza, Crema, Cremona, Cuneo, Enna, Ferrara, Firenze, Firenze due Gallura, Gorizia, L’Aquila, Lamezia, Latina, Lecco, Lucca, Martina Franca, Merania, Merate, Milano alla Scala, Milano Fondatore, Milazzo, Modena, Monza, Padova, Parma, Pescara, Pordenone, Prato, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Roma, Roma Tiber, Rovigo, San Donà Di Piave, Siena, Tigullio, Trento, Treviglio, Pianura bergamasca, Treviso, Valle Umbra, Varese, Venezia, Venezia Mestre, Vercelli, Verona, Viareggio, Vicenza, Vittoria.