Il rugby non è un semplice sport: è un gioco che accompagna per la vita.
Grazie a questa disciplina - adatta a bimbe e bimbi già a partire dai 6 anni - è possibile infatti non solo giocare e svolgere una sana attività fisica all’aperto, ma cogliere l’opportunità per assimilare valori che saranno utili nella vita di tutti i giorni e che rimarranno impresse a livello emotivo, caratteriale e relazionale.
Il rugby mette infatti in campo valenze educative importantissime: il senso del rispetto( delle regole, dell’avversario e dell’arbitro), del gioco di squadra, dell’altruismo, della collaborazione, del superamento del limite, dell’accettazione delle sconfitte e del lavoro necessario per ottenere soddisfazioni.
Grazie a questo sport, giocare ed educare diventa divertente ed efficace: all’aria aperta, insieme a compagni e avversari, ci si cimenta con il gioco e con le prove che fanno si che allenamenti e partite diventino occasioni di socializzazione e di crescita, senza che la voglia di vincere prenda derive diseducative spesso – purtroppo – caratterizzanti gli sport più diffusi tra i ragazzi.
Come dimostra il famoso “terzo tempo”, infatti, esiste un momento, a partita finita, in cui il vivere insieme l’esperienza insieme a compagni, avversari, dirigenti e tifosi diventa un’occasione di divertimento e crescita comune.
Ecco perché diffondere la cultura del rugby come sport per bimbi e bimbe è un modo per porre l’attenzione su come l’educazione allo sport possa e debba diventare una educazione alla vita: non il vincere a tutti i costi è importante, ma il mettersi alla prova, l’imparare il rispetto reciproco (per le regole, per le persone, ecc.), il confrontarsi con gli altri, con competenza, sacrificio ma in modo sempre e comunque giocoso e gioioso.
Il focus sul Rispetto, presentato in queste pagine, e le tre Lezioni a seguire, sono un esempio a disposizione di educatori, allenatori, insegnanti di educazione fisica che conoscano questo bellissimo sport e che vogliano provare ad avvicinare bimbi e ragazzi ai valori e alle valenze che il rugby rappresenta.
Il tutto all’interno di uno scenario per cui l’attività fisica all’aperta, insieme ad una sana alimentazione, rappresenta una delle modalità primarie per abituare ad una vita sana e attiva.
Testo a cura di Giuseppe Fulgoni
Milano 16 luglio 1983
Diploma Socio Psico Pedagogico. Laurea in Scienze Motorie e Sport.
Allenatore di 2º livello FIR
Quando si inizia ad avvicinare bimbe e bimbi al gioco del rugby, il focus iniziale e preponderante non è incentrato sulle regole, le tecniche, le modalità di gioco, le partite e così via: si parla innanzitutto di rispetto.
Rispetto vuol dire rispetto in primo luogo per l’arbitro e per le sue decisioni, ma anche per i compagni, per gli avversari, per i tifosi: sul campo da gioco e fuori.
Si capisce subito che è meglio una sconfitta immeritata che una vittoria strappata con mezzi non leciti; che la partita e la classifica sono importanti ma è più importante essere “a posto con se stessi” e potersi presentare a testa alta nella vita di tutti i giorni.
A seguire una simulazione di interazione tra un Educatore e i bimbi/Ragazzi: ovviamente si tratta di semplici spunti, a partire dai quali ognuno può mettere in campo le proprie caratteristiche e le proprie conoscenze ed esperienze personali.
Il rispetto è un concetto da applicare ai compagni, agli avversari, all’arbitro, all’allenatore e ha una valenza davvero primaria.
La regola del rispetto va introdotta ad inizio lezione, fatta ripetere dagli alunni alla fine, e ripresa ogni qualvolta ve ne sia la necessità.
Il rispetto per i compagni è il punto di partenza per spiegare il ruolo fondamentale di questo valore: è l’ambito più immediato, quello più facilmente assimilabile e quello a partire dal quale spiegare poi la valenza generale del “rispetto”.
Educatore:Se sbagli preferisci essere insultato od incoraggiato?
Alunni: incoraggiato!
Educatore: e perché quando i vostri compagni sbagliano li insultate? Non deve accadere: è sempre meglio incoraggiare un compagno.
Durante le partite gli alunni che non partecipano devono stare in silenzio, per rispetto dei compagni che giocano, che rischiano se no si non sentire l’arbitro se c’è troppa confusione.
Durante il gioco può succedere di scontrarsi e causare involontariamente dolore all’avversario: in segno di rispetto ci si stringe la mano.
Educatore: senza gli avversari possiamo giocare?
Alunni: no!
Educatore: per questo motivo dobbiamo avere grande rispetto per i nostri avversari, sia prima e dopo la partita con il saluto e il terzo tempo, sia durante la partita.
Nel rugby è assolutamente vietato protestare con l’arbitro: non serve e chi protesta rischia il cartellino giallo (perdere dei minuti di partita lasciando i compagni in inferiorità)
Educatore: i giocatori in campo devono…?
Alunni: giocare!
Educatore: e l’arbitro deve?
Alunni: arbitrare!
Sul rispetto per l’arbitro non servono altre spiegazioni e durante le partite in caso di proteste basta chiedere: sei l’arbitro? Cosa dice la regola del rispetto? Si può protestare?
In caso di continue proteste: cartellino giallo.
Se chiedete agli alunni cosa ne pensano della regola del rispetto rimarrete piacevolmente sorpresi delle loro risposte.
Educatore: la regola del rispetto si può usare solo nel rugby?
Alunni: no, anche nel calcio nel basket e in tutti gli sport.
Educatore: solo negli sport?
Alunni: no, anche a casa, a scuola, al parco..
Testo a cura di Giuseppe Fulgoni
Milano 16 luglio 1983
Diploma Socio Psico Pedagogico. Laurea in Scienze Motorie e Sport.
Allenatore di 2º livello FIR
Testo a cura di Giuseppe Fulgoni
Milano 16 luglio 1983
Diploma Socio Psico Pedagogico. Laurea in Scienze Motorie e Sport.
Allenatore di 2º livello FIR
Testo a cura di Giuseppe Fulgoni
Milano 16 luglio 1983
Diploma Socio Psico Pedagogico. Laurea in Scienze Motorie e Sport.
Allenatore di 2º livello FIR
Testo a cura di Giuseppe Fulgoni
Milano 16 luglio 1983
Diploma Socio Psico Pedagogico. Laurea in Scienze Motorie e Sport.
Allenatore di 2º livello FIR
Il progetto Rugby nei Parchi è alla ottava edizione.
Obiettivo degli appuntamenti che si terranno in tutta Italia è promuovere lo sport diffuso e destrutturato, negli spazi verdi cittadini, lavorando sia sull’inclusione e l’integrazione sociale sia sulla diffusione sul territorio urbano del rugby e dei suoi valori.
Rugby nei Parchi è un evento basato sul binomio di attività sportiva e socialità territoriale. La scelta del rugby richiede preparazione fisica ed atletica e - in parti eguali - educazione all’amicizia, generosità, sacrificio, altruismo, rispetto dei compagni, dell'avversario, delle regole e dei valori civici di una socialità quotidianamente vissuta.
Dopo le prime 7 edizioni di Rugby nei Parchi (che hanno riportato un grande e crescente successo sia di partecipazione da parte dei bambini e delle loro famiglie sia di attenzione dei media e dell’opinione pubblica), l’edizione 2019 coinvolge ben 6 città: oltre a Milano, sono previste tappe a Marsala, Parma, Ancona, Padova e Genova.
Vi aspettano ore di assoluto divertimento.
Rugby nei Parchi è aperto a tutti: maschi e femmine dai 5 ai 12 anni.
Per provare la magia del rugby basta un semplice abbigliamento sportivo ed essere accompagnati da mamma o papà.
Vieni con tanti amici: ci saranno giochi, merende e tante sorprese… ed è tutto gratis!
Gli istruttori saranno a tua disposizione per farti conoscere lo sport più emozionante del mondo!
Di seguito sono riportati gli appuntamenti che si terranno nel 2019, di sabato pomeriggio.
Sabato 23 - -Marsala
Sabato 30 - Parma
Sabato 13 Aprile – Ancona
Sabato 4 Maggio – Milano
Sabato 11 Maggio – Padova
Sabato 18 Maggio – Genova
Non è necessario prenotarsi: basta presentarsi all'appuntamento!
Per ulteriori informazioni, scrivici a info@rugbyneiparchi.com
Per l’edizione del 2019 Scuola Channel mette disposizione dei partecipanti il kit formativo “10 Cervelli Ribelli per lo Sport”; un progetto ideato da Isettopia con Kulta - Scuola Channel e in collaborazione con la sezione di Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Tor Vergata di Roma e realizzato grazie a un bando “OSO Ogni Sport Oltre” promosso da Fondazione Vodafone Italia.
I complessi problemi di tipo cognitivo e relazionale che possono presentare i soggetti neurodiversi richiedono una preparazione adeguata da parte di chi organizza e gestisce le singole attività sportive: e tra queste il Rugby è in prima linea.
Il progetto ha visto la realizzazione di un supporto didattico e formativo che fornisca strumenti tecnico teorici per includere nelle attività sportive, individuali o di squadra, anche soggetti neurodiversi.
Qui rendiamo disponibili tutti i contenuti formativi realizzati per il progetto: tutti gli allenatori e educatori di scienze motorie d’Italia possono quindi apprendere in modo innovativo ed efficace le principali linee guida grazie alle quali migliorare l’inclusione dei ragazzi neurodiversi all’interno delle attività sportive di competenza.
Il Kit Formativo è disponibile al link:
https://www.scuolachannel.it/projects/home/10cervelliribelliperlosport/kit-formativo
Il 2018 ha visto il progetto Rugby nei Parchi alla sua settima edizione.
Dopo le prime 6 edizioni di Rugby nei Parchi, quella 2018 ha coinvolto ben 6 città: oltre a Milano:
Venezia Mestre, Napoli, Biella, Reggio Emilia e Bari.
Di seguito sono riportati gli appuntamenti che si sono tenuti nel 2018, di sabato pomeriggio.
Sabato 7 Aprile – Milano
Sabato 14 Aprile – Venezia Mestre
Sabato 28 Aprile – Napoli
Sabato 5 Maggio – Biella
Sabato 19 Maggio – Reggio Emilia
Sabato 26 Maggio – Bari