Oltre tre quarti del nostro Pianeta è coperto dalle acque degli Oceani. La biodiversità di questi ecosistemi è unica: circa l'80% delle forme di vita presenti sulla Terra vive negli Oceani. Questa risorsa è fondamentale non solo dal punto di vita ecologico. Nel mondo sono milioni le persone che basano il loro sostentamento alimentare ed economico su questa ricchezza che proviene dal mare. Per questo motivo, una gestione disattenta delle risorse ittiche e della biodiversità marina può tradursi in un danno evidente.
Il sovrasfruttamento delle risorse ittiche è uno degli esempi più eclatanti di cattiva gestione. Si parla di overfishing quando una specie ittica viene pescata più velocemente di quanto riesca a riprodursi. Il protrarsi di questo fenomeno determina una diminuzione drastica di biomassa, con conseguente destabilizzazione dell'ecosistema e danni che si ripercuotono su tutta la catena alimentare. Una delle specie maggiormente minacciate da pratiche di pesca non sostenibili è il tonno. Le specie di tonno più comuni sul mercato italiano delle conserve ittiche sono il tonno a pinne gialle (Thunnus albacares) e il tonnetto striato (Katsuwonus pelamis). A fronte di una pesca che conta circa 4 milioni di tonnellate annue, è quindi di fondamentale importanza adottare tecniche di cattura sostenibile per garantire la sopravvivenza nel lungo periodo delle varie specie di tonno.
I vari metodi di pesca applicati possono avere un impatto molto differente sull’ecosistema marino.
Il metodo di pesca del tonno maggiormente utilizzato è quello delle reti a circuizione. Estremamente efficiente e tecnologicamente avanzato, ha un tasso di catture accidentali molto basso, pari a circa l'1%, quando è effettuato sui banchi liberi di tonno a pinne gialle adulto presenti negli Oceani. La percentuale di prese accidentali sale a oltre il 5% quando la rete a circuizione è utilizzata insieme a un FAD, Fishing Aggregating Device.
I FAD sono oggetti galleggianti che, offrendo protezione dai predatori per il semplice fatto di proiettare un'ombra sott'acqua, attirano naturalmente tonni di piccole dimensioni, oltre a tartarughe, squali e altre specie, che si aggregano mano a mano che aumentano le altre specie radunate sotto al FAD. Il loro utilizzo massimizza la cattura del tonnetto striato, ma pone un problema ecologico. In natura, ai banchi di questa specie si associano spesso esemplari giovanili di tonno a pinne gialle e tonno obeso, che vengono quindi catturati con l'uso dei FAD. La ricerca scientifica ha invece dimostrato che nei banchi liberi di tonno a pinne gialle non si trovano esemplari giovani: ecco perché, per questa specie, la pesca industriale su banchi liberi risulta essere l’unica davvero sostenibile.
La pesca a canna, o pole and line, è invece uno dei metodi di cattura maggiormente sostenibili. Qui il tasso di prese accidentali è praticamente pari a zero.
I palangri (lunghe lenze spesse a cui sono attaccate numerose lenze più piccole e dotate di amo) e reti derivanti hanno alti tassi di prese accidentali. Vengono infatti catturati squali, tartarughe marine, delfini e uccelli marini che non sono obiettivo della pesca.
Con questi metodi si può raggiungere addirittura il 30% di catture accidentali sul pescato totale: un prezzo altissimo per l'ambiente marino.
Anche la pesca a traina ha un alto tasso di catture giovanili, ossia di esemplari non maturi, che non hanno cioè ancora avuto il tempo di riprodursi almeno una volta. Anche se non si tratta di un metodo di pesca industriale, è comunque da considerarsi poco sostenibile.
La salvaguardia dell’ecosistema marino e delle popolazioni ittiche maggiormente in pericolo rende sempre più urgente la necessità di scelte sostenibili da parte di tutti. Per questo è importante stabilire e rispettare politiche di pesca adeguate. Non trattare specie in pericolo come il tonno rosso e il tonno obeso e trattare soltanto tonni maturi, pescati con metodi sostenibili, da aree non sovrasfruttate e di peso adeguato. La taglia è un parametro certo per stabilire il grado di maturità: assicura che i tonni abbiano avuto almeno una possibilità di riprodursi, garantendo quindi nuovi esemplari e un futuro alla popolazione della specie. La provenienza del tonno è un ulteriore elemento discriminante. Non solo nella scelta di non operare in zone sovrasfruttate, ma anche nell’impegno da parte dei produttori di acquistare pesce soltanto da flotte non coinvolte in episodi di pesca illegale e in possesso di adeguate certificazioni sanitarie. I danni che derivano dalla sovrapesca non sono solamente ecologici: in seguito all'impoverimento dei mari la redditività delle attività di pesca diminuisce fino a rendere l'intero processo di prelievo antieconomico. Si è addirittura stimato che nel ventennio che ha preceduto il 2000 a ogni dollaro guadagnato attraverso le attività di pesca è corrisposta una spesa di 1,77 dollari per catturare e commercializzare il pescato. Anche il consumatore, quindi, è esposto all'overfishing con possibile rincaro dei prezzi a seguito dei maggiori costi di pesca. Tutti questi elementi chiariscono la complessità del problema e il grande numero di attori coinvolti: le specie viventi, gli ecosistemi, i pescatori, i mercati, i consumatori. La natura dei problemi è non solo ambientale, ma anche ecologica, economica, etica. Ognuno è chiamato a fare la propria parte. I produttori, compiendo scelte sostenibili. I consumatori, premiando quelle scelte che garantiscono il futuro del mare.
Le Best practice Asdomar
La salvaguardia dell'ecosistema marino è il principale punto di attenzione nelle attività di ASDOMAR il cui slogan "La Qualità e il Rispetto" è diventata la mission aziendale.
La strategia di sostenibilità di ASDOMAR - Generale Conserve S.p.A. si fonda su tre pilastri: lavoro in Italia, responsabilità sociale e sostenibilità della pesca ed è principalmente rivolta alla materia prima: il tonno e la sua catena del valore.
Oltre al conseguimento delle certificazioni, l'Azienda si auto impone limiti dettati da proprie scelte, prima fra tutte la selezione di soli tonni adulti per salvaguardare la riproduzione delle specie. Inoltre tutti i suoi prodotti sono certificati Friend of the Sea per le caratteristiche di sostenibilità dei metodi di pesca adottati.
Anche il lavoro in Italia riveste una centralità strategica per l'Azienda. Dal 2008 la produzione del tonno è stata portata in Italia, ad Olbia, puntando su una lunga tradizione e arte di lavorazione del tonno. Il nuovo stabilimento, inaugurato nel 2010, è uno tra i più moderni e tecnologicamente avanzati del settore e ha concretamente aperto le porte ad una nuova generazione di artigiani del gusto, salvaguardando e sviluppando l'occupazione locale e mantenendo viva la tradizione, l'esperienza e la competenza delle lavoratrici e dei lavoratori specializzati nella lavorazione manuale del tonno da intero.
ASDOMAR - Generale Conserve S.p.A. lavora quindi in un'unica direzione dal punto di vista economico, ambientale, sociale ed etico, facendo della sostenibilità un percorso di miglioramento continuo essenziale per una crescita duratura.